Il Museo Fo Rame? Chiedete al custode
Articolo di Anna Bandettini
pubblicato venerdì 9 novembre su La Repubblica
Avevano ragione Dario Fo e Franca Rame a lamentarsi di essere trattati come artisti scomodi e rompiscatole. E avrebbero ragione a farlo anche oggi di fronte all’indifferenza verso la memoria e la tutela del loro lavoro. Non si parla solo del fatto che, mentre all’estero continuano le messe in scena dei loro testi, da noi il loro teatro è silente, se si eccettua qualche raro caso: Valentina Lodovini che porta in scena Tutta casa letto e chiesa, Lucia Vasini che rifarà le parti femminili di Mistero Buffo, l’infaticabile Mario Pirovano che continua a tenere vivo il repertorio.
C’è la vicenda del museo-archivio Dario Fo e Franca Rame di Verona, il MusaLab, aperto nel 2016, a suscitare preoccupazioni. Il museo è chiuso nel senso che per visitarlo bisogna rivolgersi — così dice un cartello sulla porta d’ingresso — a un custode. Infatti, l’Archivio di Stato che ospita il materiale nella sede veronese, non ha personale e quel custode è gentilmente “prestato” dal Comune: quando si ammala, il museo chiude.
Eppure il MusaLab costituisce un patrimonio straordinario: non solo custodisce l’oltre mezzo secolo di storia del teatro di Fo e Rame con copioni, manoscritti, disegni, fotografie, dipinti, manifesti, libri, articoli, costumi, pupazzi e scenografie, ma novant’anni di storia del teatro se si considerano i materiali conservati della “Famiglia Rame”, antica compagnia di giro.
L’impegno finanziario del figlio Jacopo e la cura di Marisa Pizza finora hanno permesso un’attività continuativa del museo che ha intessuto relazioni con il territorio cittadino e non solo, progetta mostre (in preparazione una su Rossini e Fo), organizza visite guidate, scambi soprattutto con università straniere, collabora al progetto Scuola Lavoro, seguendo l’idea di Dario “l’arte in pasto ai giovani”. Ma lo spazio aggiuntivo promesso per sistemare le scenografie più ingombranti non è arrivato. Il bando pubblico per il riordino dell’archivio è già assegnato, ma nessuno firma i contratti per il personale che deve riordinare il materiale, perfino la segnaletica per indicare in città dove è il museo ha difficoltà a essere realizzata e in generale tutte le attività soffrono del fatto che il MusaLab non ha fondi extrabilancio dell’Archivio di Verona. Esaurito lo slancio iniziale dell’allora ministro Franceschini, gli impegni verso il patrimonio Fo-Rame sembrano persi in una nebbia di burocrazia e indifferenza, che nemmeno il ministro Bonisoli finora ha schiarito. Nonostante un governo coi pentastellati che avevano eletto Fo a loro paladino culturale.