AL VIA LA MOSTRA “DIPINGERE MOVIMENTO. LA PITTURA DI DARIO FO” AL CASTELLO DI POSTIGNANO (PG)
82 opere realizzate da Dario Fo dal 1940 al 2016: Castello di Postignano (Sellano, PG) ospita la mostra “DIPINGERE MOVIMENTO. La pittura di Dario Fo”, a cura di Mattea Fo e Stefano Bertea, aperta al pubblico dal 30 maggio 2021 al 9 gennaio 2022.
Matite, acquarelli, bozzetti su cartoncino, opere di grandi dimensioni su tela o su pannelli di legno, oltre a locandine dall’Archivio Rame Fo, riproduzioni di foto d’epoca e documenti, costumi di scena disegnati da Dario Fo e poi realizzati dalla Sartoria Pia Rame si potranno ammirare tutti i giorni dalle 10 alle 22 negli spazi espositivi del borgo umbro, riportato a nuova vita grazie ad un’attenta opera di restauro, nell’ambito della rassegna “Un Castello all’Orizzonte”.
La mostra, organizzata e allestita dalla “C.T.F.R. srl – Compagnia Teatrale Fo Rame” con il patrocinio della “Fondazione Dario Fo e Franca Rame” è in collaborazione con Castello di Postignano Servizi, con il Patrocinio di Regione Umbria, Provincia di Perugia e Comune di Sellano, è aperta a titolo gratuito, secondo le modalità di sicurezza previste dalla normativa vigente.
Il catalogo dell’esposizione è pubblicato da CLEAN Edizioni, a cura di Mattea Fo e Stefano Bertea, contiene la prefazione dello storico dell’arte Flavio Caroli e i contributi di Carlo Petrini e Mattea Fo.
Mattea Fo e Stefano Bertea, curatori della mostra dichiarano: “La mostra ‘DIPINGERE MOVIMENTO’ porta all’attenzione del pubblico un aspetto meno conosciuto di Dario Fo, quello della sua pittura. Attraverso un percorso selezionato di 82 opere che vanno dal 1940 al 2016 si evidenziano le modalità espressive principali, quali disegno e pittura, di questo “artista sferico”. Dario Fo inizia la carriera di pittore nei corsi dell’Accademia di Brera negli anni Quaranta avendo come maestri i grandi artisti dell’epoca come Achille Funi, Marino Marini, Giacomo Manzù e Carlo Carrà. In questo contesto stringe rapporti e si confronta con i suoi compagni che saranno artisti di varie ricerche, sperimentazioni e orientamenti diversi tra loro, quali Ennio Morlotti, Bobo Piccoli, il gruppo Corrente, lo scultore Alik Cavaliere, il regista Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini e l’amico Emilio Tadini. Lasciata l’impostazione accademica, Dario Fo matura uno stile personale ed individuale i cui frutti, arricchiti da contaminazioni, suggestioni, metafore, visioni simboliche ed oniriche, riempiono i suoi dipinti. L’etica, l’uomo e i sentimenti, ripresi dai miti e dalle storie, sono al centro delle sue riflessioni e, visti sempre con un occhio ironico e sferzante, sono posti in prospettive inconsuete e fuori da ogni ottica tradizionale, espressi con colori gioiosi, contrastanti e stridenti, sempre pieni di vita. Nel corso della sua vita Dario Fo usa la pittura, il disegno, il segno grafico per presentare la sua idea ai compagni di scena, dalla scrittura di un testo, alle musiche, ai costumi, alla regia, alla coreografia, alle luci, tutto si traduce in disegno”.
Emilio Tadini, nel 1984, affermò:
“Molti si stupiscono che Dario Fo sia anche pittore. Per qualche tempo – parecchi anni fa – io e tutto un gruppo di amici ci stupivamo che Dario Fo fosse anche uomo di teatro. Perché Dario, in principio, voleva fare il pittore. Il teatro di Dario Fo si è alimentato e si alimenta della sua straordinaria capacità di vedere: si alimenta, potremmo dire, della sua straordinaria capacità di far figure, di creare figure, di disporre in figure sensi e significati, anzi, di scoprire sensi e significati dentro le figure. Non sembrano, certe volte, i disegni di Dario Fo, qualcosa come uno spartito – qualcosa come la scrittura che registra il movimento del corpo teatrale? La relazione che si pone in atto fra il lavoro di Dario Fo pittore e il lavoro di Dario Fo teatrante deve avere un senso che credo valga la pena di cercar di capire. Quale che sia la forma in cui si mostrano, tutte le figure di Fo – cariche di ansia, eccitate, ‘esagerate’, liberatorie – hanno l’aria di comporre un solo grande disegno. Cose che vengono dal passato, cose che fanno luce sul presente, cose che si proiettano sullo schermo del futuro. Queste figure, in un modo o nell’altro, nel loro inesauribile prodursi, ci mostrano anche che non sarà qualche illusione a confortarci. È il nostro corpo che queste figure mutevoli rappresentano. E allora non vogliamo a nessun costo perderle d’occhio”.
Il Castello di Postignano:
La mostra “DIPINGERE MOVIMENTO. LA PITTURA DI DARIO FO” è anche un’occasione per scoprire Castello di Postignano, nel comune di Sellano (PG), il borgo medievale nel cuore della Valnerina in Umbria, a pochi chilometri da Spoleto, tornato a nuova vita grazie all’attento restauro a cura degli architetti Gennaro Matacena e Matteo Scaramella, definito da Italia Nostra un Restauro Esemplare e per il quale il Club Unesco Europa ha rilasciato l’Attestato di Merito per la salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente. È stato inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, definito dall’architetto americano Norman F. Carver Jr. “l’archetipo dei borghi collinari italiani” con le caratteristiche case-torri aggettanti l’una sull’altra. Nel borgo convivono residenza, un albergo diffuso con i suoi servizi e un’offerta enogastronomica di eccellenza al ristorante La Casa Rosa.
I curatori:
Mattea Fo compie studi di indirizzo artistico ed umanistico, inizia a lavorare giovanissima nelle attività correlate alla compagnia teatrale di famiglia, dove esegue lavori di revisione e messa a punto redazionale di pubblicazioni, cura la creazione e gli aggiornamenti di blog e siti web, ideando anche campagne pubblicitarie online. Dal 2011 lavora a stretto contatto con i nonni Franca e Dario specializzandosi nella conoscenza e nella gestione dell’immenso patrimonio conservato nell’Archivio di famiglia. Dal 2016 cura direttamente le mostre organizzate dalla Compagnia Teatrale Fo Rame.
Stefano Bertea compie studi ad indirizzo artistico ed umanistico, si forma nell’ambito del volontariato per i beni culturali, dove diventa, negli anni, responsabile di scavi di aree archeologiche; per parte di esse coordina la progettazione e la realizzazione di musealizzazioni temporanee. Dal 2013 collabora con la Compagnia Teatrale Fo Rame dove, ad oggi, si occupa della gestione del patrimonio artistico dell’archivio. Dal 2016 cura, insieme a Mattea Fo, le mostre organizzate dalla Compagnia Teatrale Fo Rame.
Per informazioni sulla rassegna e per visitare la mostra:
Castello di Postignano
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