«Mistero buffo» di Fo rivive con Pirovano a 50 anni dal debutto
di Michela Pezzani
Chiamarlo spettacolo è poco perché «Mistero buffo», l’opera teatrale scritta da Dario Fo nel 1969, è un’enciclopedia di vita vista dalla parte del popolo e in cui si trova di tutto, compreso Dio. A mezzo secolo dal debutto di questo capolavoro del pensiero, della parola e delle lingue italiane riportate alla luce nella loro onomatopeicità e addirittura mescolate, dopo la scomparsa di Fo, Nobel per la letteratura nel 1997, e della consorte, è l’attore milanese di origine contadina Mario Pirovano a portare avanti l’eredità artistica della coppia diffondendo non solo in giro per l’Italia ma all’estero la giullarata «Mistero buffo» con l’aggiunta del numero 50 a definire l’età di un lavoro conosciuti in tutto il mondo e in realtà evergreen, già lungimirante allora, ora è addirittura calzante col presente, nonché futuribile.
La tournèe di Pirovano con la Compagnia teatrale Fo-Rame è passata anche da Verona con un tutto esaurito al Teatro Laboratorio e rappresenta una sorgente di stimoli umani e culturali, frutto del genio di Fo capace di assorbire come una spugna di mate la voce dell’umanità e di riproporla, attraverso tanti monologhi. Il risultato è il trionfo dell’ integrità, sia sacra che profana, ambedue le dimensioni dense di spiritualità, il tutto all’insegna della affabulazione, della metafora e della comicità.
La resurrezione di Lazzaro, Bonifacio VIII, La fame dello Zanni, Storia di San Benedetto da Norcia, Grammelot di Scapino, Granmelot dell’avvocato inglese, Maria alla Croce, Il miracolo delle nozze di Cana, Il primo miracolo di Gesù bambino: sono questi gli episodi di «Mistero buffo» che Mario Pirovano, sulle orme del maestro, porta anche nelle scuole.
Articolo pubblicato su L’Arena il 10 orrobre 2019